Possente auto da corsa, grazie alla sovralimentazione era un vero mostro.
Fu protagonista di un epico duello a Le Mans nel 1930.
Le Mans 1930, il circuito della Sarthe è già celebre per essere uno dei templi della velocità dove si sfidano i migliori piloti e le più performanti auto dell’epoca. La sfida è tra la squadra inglese della Bentley e quella tedesca della Mercedes. La Germania è in fermento, un nazionalismo sempre più acceso infiamma la nazione e scalda gli animi. I nazionalsocialisti non sono ancora al potere, – lo prenderanno nel 1933 – ma le loro idee conquistano terreno. Anche un avvenimento sportivo, come può essere una corsa automobilistica, acquisisce un valore politico: l’affermazione della Germania rinata, per il momento, come potenza economica desiderosa di riscattare "l’onta" di Versailles e i lunghi anni di privazioni che ne sono conseguiti. Con tali premesse il nemico di un tempo al fronte diventa l’avversario di oggi in pista. Il confronto si fa immediatamente acceso. La Mercedes, per vincere ha schierato le Kompressor 7 litri sovralimentate. Pilota di punta della stella, Rudolf Caracciola, che si trova però a dover fare i conti con uno scatenato Tim Birkin alla guida di una Bentley Blower sovralimentata, altrettanto performante dei "mostri" teutonici. Dopo un acceso duello, con le ruote esterne sull’erba, Birkin effettua un coraggioso sorpasso ai danni del rivale della Mercedes Rudolf Caracciola a 193 km/h. La Blower perde immediatamente un battistrada posteriore, ma in qualche modo Birkin riesce a mantenerla in pista facendo segnare il giro più veloce. Purtroppo l’impresa di Birkin si conclude dopo 82 giri, ma gli viene comunemente attribuito il merito di aver messo talmente sotto pressione la Mercedes da aver contribuito alla vitto-ria dei suoi compagni "Bentley Boys" Woolf Barnato e Glenn Kidston al volante delle loro Bentley Speed Six. La vettura guidata a Le Mans da Tim Birkin è stata acquistata da Bentley Motors nel 2000 e da allora viene regolarmente utilizzata dall’azienda nelle principali manifestazioni dedicate al mondo dell’epoca. Recentemente ha preso parte alla Mille Miglia rievocativa dimostrando, a dispetto dei novant’anni di vita, di non aver perso la grinta di un tempo. La Bentley Blower era l’evoluzione corsaiola della 41/2 Litre realizzata da Walter Owen Bentley dal 1926 al 1930. Fedele al motto "there’s no replacement for displacement" ("non c’è rimpiazzo alla cilindrata") per aumentare le prestazioni della 3 Litre ne incrementò l’alesaggio di 100 mm sino a raggiungere i 4398 cc e una potenza di 110 CV per la stradale, che diventarono 130 nella versione da competizione con la quale Woolf Barnato e Bernard Rubin vinsero nel 1928 la 24 Ore di Le Mans. Il primo, diventato proprietario del marchio, decise di incrementare ulteriormente le prestazioni ricorrendo alla sovralimentazione. Nacque così la Bentley Blower prodotta nelle officine di Henry Birkin a Welwyn Garden City. Il grande compressore volumetrico Roots fu posizionato esternamente al cofano motore, dando un design unico alla vettura. Con 175 CV a disposizione era un vero mostro: nel 1929 sul circuito di Brooklands, una Blower raggiunse i 222,03 km/h. Consumava tuttavia parecchio e l’affidabilità non era delle migliori.
Enzo Caniatti