Percorrere la grandiosa esposizione, in corso fino al 3/02/2019, delle opere di Carlo Carrà, é seguire il sincero e impegnativo itinerario consacrato all'arte attraverso varie esperienze creative, di un Maestro del Novecento italiano.
Sono esposti 130 dipinti provenienti dalle più importanti collezioni private e musei italiani e internazionali.
L'adesione dell'artista al Movimento Futurista é rappresentato da opere di intenso dinamismo. Negli anni 1916-17-18, segue il breve "periodo metafisico", dovuto all'incontro a Ferrara con Giorgio De Chirico, nella comune condizione di giovani militari della Grande Guerra.
Sono i dipinti con i "manichini"(L'Idolo ermafrodito) e "La Musa metafisica",con l'accostamento eterogeneo di oggetti quotidiani molto stilizzati,ma dipinti con realismo illusionistico. Ne deriva quel senso di straniamento e di enigma proprio della dimensione magica metafisica.
L'innata tendenza per la visione spaziale geometrica di Carra' ,indirizzerà ben presto, negli anni Trenta, la sua pittura verso forme plastiche possenti, ispirate all'arte dei primitivi italiani e dei grandi precursori Giotto e Masaccio. Superate le Avanguardie, l'artista si dedicherà a composizioni di figure dai valori formali di volume, rilievo e chiaroscuro; a paesaggi essenziali nel colore e nelle forme,di alta qualità poetica.